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Museo Comunale di Lucignano Lucignano
MUSEUMS
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Museo Comunale di Lucignano
Piazza del Tribunale, 22 52046 Lucignano
Telephone 0575 838001 +39 389.0204821
Website: https://www.museodilucignano.it/
Business card (vCard)
ORARI DI APERTURA E VISITA:
Si prega consultare il sito del Museo. https://www.museodilucignano.it/
Il Museo comunale è ospitato al piano terreno del Palazzo comunale(XIII sec.). Vi si accede dalla sala d'ingresso del Palazzo attraverso una porta a sesto acuto che introduce a un corridoio coperto da una volta a botte, sul quale si aprono due sale laterali comunicanti e la sala della Cancelleria dell'antico Tribunale.
Lungo il corridoio d'ingresso sono poste due coppie di "testate di bara" di scuola senese, dipinte su entrambi i lati e racchiuse in elaborate cornici, sorrette da zampe leonine sormontate da arpie.
Le prime due sono datate 1626 e provengono dall' oratorio di S. Francesco; le seconde sono datate rispettivamente 1777 e 1627 e provengono dal Santuario della Madonna della Querce.
In una vetrina posta verso la fine del corridoio sono esposti vari oggetti sacri: un turibolo e una navicella in argento datati 1628, provenienti dal Santuario della Madonna della Querce; un cofanetto in osso e legni colorati, proveniente dalla Chiesa di San Francesco; una tavoletta raffigurante una Madonna in trono del 1300, proveniente dall'Ospedale di Sant'Anna; e una croce in legno dipinta su entrambi i lati (XVI° secolo). Nella parete di fondo una tela ovale di autore ignoto che rappresenta S. Caterina da Siena di scuola toscana e databile alla metà del XVIII° secolo.
Nella prima delle due sale comunicanti troviamo una grande tela di un ignoto del XVIII°, che rappresenta la Madonna con bambino circondata da santi e angeli a imitazione della sacra Famiglia di Raffaello. L'opera proviene dall'Ospedale di Sant'Anna.
Più avanti due dipinti attribuiti a Luca Signorelli raffiguranti "S. Francesco che riceve le stimmate" e una "Madonna col Bambino". La prima opera è collegabile con un intervento del Signorelli, effettuato nel 1482, sull'armadio che, nella chiesa di S. Francesco, doveva contenere il reliquiario detto "Albero d'oro" o "Albero della Vita". La seconda opera, anc'essa proveniente dalla Chiesa di San Francesco, doveva far parte di un'ampia composizione con figure che coronavano la Madonna, e che ha subito, negli anni, diversi interventi di restauro e rifacimento come dimostra il falso sfondo in oro punteggiato.
Nella seconda sala sono collocate diverse opere di scuola senese collocabili tra il XIII ed il XV secolo. Una bellissima "Madonna con bambino in trono" (XIV sec.) con in basso a destra ritratta la donatrice e la scritta: "Monna Muccia, moglie che fu di Guerrino Cantari", attribuita a Niccolò di Segna e dipinta intorno al 1300. Uno splendito trittico (XIV sec.) di Bartolo di Fredi che rappresenta la Madonna in trono con Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, priva dei pinnacoli originari e di altri due pannelli laterali, ora dispersi, e da una predella o basamento, conservato ora nella pinacoteca di Siena.
Nella parete di fondo è esposta un'opera di Pietro di Giovanni D'Ambrogio (1448) raffigurante S. Bernardino da Siena. Il Santo, solenne nei contrappunti dei blu e degli ori dello sfondo, s'erge a monito contro il potere temporale calpestando tre mitre a significare il proprio triplice rifiuto a ricoprire alti incarichi.
Di lato sulla stessa parete, ammiriamo una "Crocifissione" del XIII secolo opera che studi recenti hanno attribuito ad ambito umbro, opera fortunosamente recuperata durante lavori nel Palazzo comunale e che, per la vivacità dei suoi colori e per i particolari dei personaggi, è ritenuta una fattura di grandissimo valore artistico e culturale.
La volta e le lunette della sala della Cancelleria dell'antico Tribunale sono affrescate con un ciclo di uomini illustri, omaggio alla grandezza degli antichi ed insieme esempio per coloro che dovevano amministrare la giustizia. Il ciclo ( realizzato tra il 1438 e il 1479 ) si colloca nella tradizione delle rappresentazioni degli eroi antichi, tratti dalla storia romana e dalla Bibbia, che a partire dal XIV sec. compaiono nelle decorazioni delle sale dei Palazzi pubblici da Firenze a Siena. Un'iscrizione nella parete d'ingresso ne ricorda la sua funzione e recita:" Parla poco, odi assai, guarda al fin di ciò che fai " ed ancora un'altra iscrizione ammonisce " Odite l'altra parte ".
Una porta, ora murata, sulla parete d'ingresso ci ricorda che quello era l'accesso alle prigioni che si trovavano sotto il Palazzo comunale.
Nella sala é collocata una vetrina contenente l"Albero d'oro" o "Albero della vita" o " Albero di Lucignano". Si tratta di un reliquiario (alto circa 2 metri e 60 centimetri) del XIV-XV secolo proveniente dalla chiesa di S. Francesco. Dal fusto centrale, appoggiato su una teca a tempietto gotico a tre piani, si liberano dodici rami: sei per parte, il tutto sormontato da un Crocifisso e un pellicano. I rami sono coperti da foglie decorate e piccole teche-reliquario a cui apici vi sono medaglioni, che una volta raccoglievano miniature e cristalli di rocca, contornati da rametti di corallo a rappresentare il sangue di Cristo. Il fascino dell'albero è legato alla sua originalità che lo rende esempio unico dell'oreficeria senese-aretina per mano di Ugolino da Vieri e di Gabriello D'Antonio.
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